È stata una giornata strana sabato 19
settembre.
Non so perché mi sono svegliata alle
7,40 e alle 10,28 avevo già fatto tantissime cose.
Più tardi ho suonato l'ukulele, non lo
facevo da tanti mesi. Forse un anno.
Ho cucinato.
Sono riuscita a prendere l'autobus
numero 3 al volo.
Ho pranzato con Elena e Caterina, come
non facevo da anni.
Ho tagliato i capelli e mi sono fatta
fare la frangia. Mi hanno stirato i capelli, solo che io non lo
facevo da 6 mesi, non so più vedermi con i capelli lisci.
Sono rimasta intrappolata
nell'ascensore per 15 minuti con la mia vicina di casa, fra il primo
piano e il piano terra.
Ho scoperto che l'allarme del mio
ascensore suona a intervalli non regolari e spesso suona a vuoto.
Sono riuscita a uscire dall'ascensore.
La sera tutti hanno voluto esprimersi
sul mio taglio di capelli, c'è chi ha detto che sto bene e chi
invece ha voluto dirmi che la mia frangia non gli piaceva. Io non
avevo chiesto il parere a nessuno.
Ho avuto la notizia di due morti
improvvise senza un perché se non il destino.
La prima è una donna che, ogni giorno
scendendo dal treno, invece di imboccare il sottopassaggio come fanno
tutti, aveva l'uso di attraversare i binari. Lo faceva da anni.
Qualche giorno fa ha attraversato i binari, come suo solito, ma si
deve essere trattenuta un po' prima di farlo, perché è passato un
treno. Lei è caduta, si è rialzata ed è morta.
Il protagonista della seconda storia è
un uomo. Stava potando un albero, è caduto, si è rialzato, è
morto.
Rincasando ho fatto 6 rampe di scale a
piedi, con i tacchi, perché l'ascensore era ancora rotto fra il
primo piano e il piano terra.
Quando è calata la notte ho
riflettuto.
Ho avuto paura della morte.
Non sono riuscita ad addormentarmi.
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