giovedì 17 dicembre 2015

La mia fermata




Come molti precari della mia generazione ho diversi lavori. Lavoro in una redazione televisiva la mattina, curo la comunicazione di una start up il pomeriggio e scrivo per un meg di cucina nei momenti liberi, ossia di notte.
Sono precaria, precario è il mondo e precario il tempo, precaria è la fermata dell’autobus. Precario è soprattutto l’autobus con cui torno a casa.
Ogni giorno finisco il lavoro in redazione verso le 13,30, al massimo le 13,45. Se tardo quel quarto d’ora succede il patatrac.
Dovete sapere che lavoro in una zona che si trova tra il porto mercantile e la stazione. 
Tra il mare e i treni, le mie cose preferite!
Ma! Ahimè è anche una zona verace, coriacea le definirei. Per esempio la mia fermata è anche zona di passeggio... di prostituzione diurna potremmo dire. 
Stanno lì perché se passa la polizia, loro prendono il bus.
Non ho paura delle ragazze.
Ho fatto abbastanza inchieste sulla prostituzione per sapere che sono schiave, oltretutto mi salutano educatamente tutti giorni ed io ricambio con piacere. E poi cosa volete che mi facciano?
Il mio problema sono gli autobus che non si fermano proprio perché la fermata si trova lì fra le signorine. Così, ma non ne ho le prove, alcuni autisti la saltano, lasciandomi lì... al freddo e al gelo fra papponi e clienti.
Io oltretutto aspetto l’autobus più impalpabile della linea: il numero 3. Non si sa quando passerà, non si sa se passerà, spesso non si sa neanche da dove passerà. L’altro giorno una signora è salita sul bus e ha esclamato estasiata: “Ma allora esiste quest’autobus!”.  
Aspettare il 3 è come attendere un miracolo, fare un voto, insomma ha la stessa incertezza e le stesse improbabile possibilità che accada. Così se ne perdi uno “stai fresco!”. 
La nota divertente è che questa linea attraversa la città nei punti più utilizzati dai fruitori.
Così io sto lì, in mezzo alle mie donnine dell’Est ad aspettare il bus. Le macchine passano e chi è alla guida mi guarda incuriosito, sembra pensare: “Ma anche lei?”.

Ieri un vecchio “rattuso” mi ha chiesto il listino prezzi… ovviamente la mia risposta è stata: "quanto tua moglie!"

lunedì 14 dicembre 2015

Tu per me sei morto!


Se avete visto "How I met your mother" sapete che questo è lo sguardo "Tu per me sei morto" di Lily... ecco era simile!


Buon lunedì viaggiatori! 
Non so come sia iniziata la vostra settimana ma la mia è cominciata con un'esperienza da ‪#‎amat‬!
"Tu per me è muert'!!" urlava in autobus una ragazza al telefono. in italiano significa tu per me sei morto!
Poi ha continuato: "dopo quello che hai fatto sabato non t'ha fa chiù vedè! 

DEVI USCIRE DALLA MIA VITA!" e poi ha abbassato il tono della voce minacciosamente e con lentezza ha scandito: "Tu per me è muert!", mentre con la mano destra mimava il segno della croce e i suoi occhi si stringevano feroci.
Lei si che sa mollare il fidanzato, certo magari il 3 era pieno stamattina e avrebbe potuto cercare un po' più di privacy. Ma quante volte ripensando alle nostre storie passate non ci siamo detti "ma perché non l'ho mandato a quel paese??".
Magari avrebbe dovuto dirglielo di persona, potreste obbiettare!
Ma vi rendete conto di come era irritata? Il poveretto sarebbe morto veramente! Meglio così.
Chissà cosa avrà combinato lui sabato.... ma oramai "Tu per meè muert!"
Non c'è nulla da fare le donne tarantine sono diverse!

Ovviamente  I love Amat!

venerdì 11 dicembre 2015

Film muto


In un autobus ci sono passeggeri ligi al loro dovere che annullano il biglietto, pagano l’abbonamento e si alzano per far sedere vecchietti, disabili, donne in cinta e mamme con bambino.
Sull’autobus ci sono autisti ligi al loro dovere, che si fermano a tutte le fermate, guidano con accuratezza, sorridono e stanno attenti ai loro passeggeri.
In autobus ogni tanto salgono i controllori ligi al loro dovere, lavorano tutto il mese, non solo le prime settimane, controllano i biglietti di tutti e non aggrediscono le persone, le fanno sentire a loro agio e cercano di far rispettare le regole della compagnia.
Poi ci sono passeggeri strafottenti, autisti pazzi e controllori che sfogano le loro rabbie con i poveri avventori.
Oggi invece sull’autobus numero sedici sembrava di essere in un film muto in bianco e nero, mancava Charlotte!
Okay, ora dovete cliccate sul video che parte la colonna sonora.



Immaginate la scena, uno stormo di controllori vestiti di nero e l’autobus vuoto.
Facendo una breve cronaca ricostruttiva le cose sono andate così: un ragazzo è salito a bordo dell’autobus alla fermata prima della mia, si è appoggiato sul sedile, ha preso il portafogli per cercare il biglietto e mentre andava ad annullarlo sono saliti i controllori ed è iniziata la lite.
 Questa ovviamente è la versione del ragazzo. Ora vi dico cosa ho visto io.
Controllori salgono sul bus.
Ragazzo si alza e per convalidare biglietto.
Il controllore dice: “Dove va? Ci ha visto e convalida il biglietto?Favorisca i documenti!”.
Il ragazzo s’innervosisce: “Io stavo cercando il biglietto, quando siete arrivati l’ho trovato e stavo cercando di annullare, ma la macchinetta è rotta”.
Un po’ di lite, uno gesticola l’altro pure.
Un altro controllore chiama la polizia.
Controllore: “Mi favorisca i documenti!”
Ragazzo: “Ma io sono un poveretto, devo andare a lavorare per 250 euro e tu mi devi fare una multa di 100, Meh! Lasciami stare, che cass…”.
Facce atterrite
Controllore: “Ora la denuncio! Noi siamo pubblici ufficiali!”
Altro controllore: “Il collega le ha dato del lei!”
Altro controllore: “Sarebbe dovuto salire con il biglietto in mano, per convalidarlo immediatamente!”
Ragazzo: “Ma non lo trovavo! Rischiavo di perdere l’autobus e fare ritardo”.
Altra lite cruenta.
Controllore: “Mi dia i documenti!”
Ragazzo: “No!”
Controllore: “Si!”
Ragazzo: “No!”
Controllore: “Autista non apra le porte dal centro che questo scappa!”
(peccato perché l’inseguimento sarebbe stato più divertente)
Il ragazzo si calma, entrano altri passeggeri. Lui paga la multa.



Ps…. Nessuno mi ha controllato l’abbonamento o il titolo di viaggio ….


martedì 1 dicembre 2015

Rosa Parks e l'autobus


Rosa Parks in un autobus di Montgomery, in Alabama, il 21 dicembre 1956, dopo la decisione della corte suprema di dichiarare incostituzionale la segregazione razziale sui mezzi di trasporto pubblico. 


Oggi cedere il posto sul bus sembra assurdo. 
Chi lo fa sembra un eroe! 
Ma non è sempre stato così. 
Negli Stati Uniti ai tempi dell'Apartheid, i neri dovevano cedere spesso il posto.
Erano confinati agli ultimi sedili. Ma la storia cambiò grazie ad una donnina stanca.
Era il 1° dicembre 1955 quando una coraggiosa Rosa Parks si rifiutò di lasciare il posto sull'autobus ad un passeggero bianco e venne arrestata, perché contestava questa prassi.
Guidati da Martin Luther King, gli afroamericani di Montgomery adottarono delle forme di protesta non violenta e boicottarono gli autobus per oltre un anno. 
Alla fine ci sono riusciti! Nel 1956 la Corte Suprema dichiarò incostituzionale la segregazione raziale dei neri sui mezzi di trasporto pubblico.
Oggi non ci sono più posti per i bianchi o per i neri, ma il razzismo resta una piaga, anche nell'accogliente Italia.
Ma ricordate la regola: "Un uomo galante cede volentieri il suo posto a una signora!!!" E che diamine!!

L'abbonamento




Ogni mattina la stessa storia: “Buongiorno potrebbe darmi due biglietti dell’autobus?”,  lui rispondeva “mmmm” e senza guardarmi in faccia mi allungava i due biglietti e ritirava i soldi. 
Nessun grazie o arrivederci, niente … ho fatto l’abbonamento anche perché non sopportavo più quel gentiluomo con il parrucchino che gestisce il bar vicino alla fermata. 
Lui sta lì da anni e grugnisce a qualsiasi richiesta, non si sa come il suo esercizio commerciale riesca ad essere ancora aperto, ma campa da sempre.
Abbonandomi ho risolto anche il problema delle tasche piene di biglietti obliterati. Ormai fa freddo e mi serviva spazio per riscaldare le mani nelle lunghe attese alla fermata.
Così ho fatto l’abbonamento: ho fatto la fila, ho pagato 36 euro e ho fatto l’abbonamento …
L’ultima tessera dell’Amat l’ho fatta a 15 anni e il metodo non è cambiato. Hanno inventato la banda magnetica, elettrica, il cip, ma niente, ogni mese mi toccherà di andare a fare il foglietto di accompagnamento.
Ma l'Amat è la municipalizzata delle certezze! In tanti anni sono tante le cose a non essere cambiate: nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante, ancora oggi non gli riesce di fare una fotografia come si deve!
Ad ogni modo … ora e sempre …

I Love Amat!

lunedì 30 novembre 2015

I canovacci non sono più quelli di una volta





Esperienze da ‪#‎amat‬
Stamattina l'autobus numero 3 sembra un po' stordito, sarà il lunedì che fa questo effetto.
Fatto sta che sono tutti troppo silenziosi.
Niente che destasse l'attenzione, fino a che la signora seduta al mio fianco ha tirato fuori dalla sua enorme borsa un oggetto rettangolare pazientemente avvolto in un canovaccio, o fazzoletto. 

Insomma era chiaramente una pezza ricavata dalle rimanenze di una tovaglia. 
La mia fantasia è tornata indietro all'infanzia: mia nonna in quei canovacci ci avvolgeva le prelibatezze più assurde che poi mangiavamo tutto insieme. Parmigiane, paste al forno, riso patate e cozze, focacce... ahhh quanti ricordi si nascondevano avvolti in quei canovacci. E il profumo? Vogliamo parlare del profumo? Si giocava ad indovinare quale leccornia fosse celata. Mi mancano quei canovacci e i loro profumi... forse mi manca mia nonna!
Così ho pensato... Sarà una focaccia, il contenuto era troppo piccolo per essere altro. Ma non si sentivano profumi, troppi pochi indizi per poter indovinare.
  Poi finalmente lo ha srotolato e ne è uscito solo un tablet. Che delusione!

venerdì 20 novembre 2015

Da chi meno te lo aspetti



Esperienze educate da #Amat
Può accadere che su un autobus ci sia una bella ragazza.
Quella che è capitata oggi sull'autobus numero 3 è veramente deliziosa, molto giovane, con grandi... enormi occhi neri e ciglia lunghe, capelli lisci e scuri legati in una coda. Bella e fine, avvolta nel suo maglioncino nero. 
Tutti l'hanno vista, ma il ragazzino vicino alla porta del bus sembra incantato. 
Arriva la fermata della ragazza e lei si avvicina all'uscita. Lui sembra incredulo e non si sposta per farla passare, allora lei con voce soave gli urla:"Me t'ha levà?! C'aghi'a restà a qua? ng**** a sort!" (potresti cortesemente spostarti.Cosa pretendi che resti qui? il resto non lo traduco!) e con una spallata scende, facendo risvegliare il ragazzetto dal suo sogno d'amore! I <3 Amat!!!

venerdì 6 novembre 2015

I particolari che ti svegliano dal torpore del viaggio




Certe volte a bordo di un bus sei sovrappensiero e altre invece c’è un particolare, un viso, un gesto, una frase, che ti desta dal torpore del viaggio e ti porta ad ascoltare, a cercare di capire, a sbrogliare la matassa.
Oggi il mio torpore non è stato interrotto da nulla di strano, divertente o buffo come al solito. Oggi il mio torpore è stato interrotto da un occhio nero e un bernoccolo viola. Se fosse stato un uomo, avrei pensato a una rissa, se fosse stato un personaggio buffo, avrei pensato a una caduta rocambolesca, ma chi indossava l’occhio nero e portava in giro il bernoccolo non appartenevano queste categorie. Era una donna.
Se fosse stata sfrontata, avesse sorriso o interagito con gli altri, avrei pensato che magari non era così grave. Ma la sua testa era girata verso il finestrino e i suoi occhi guardavano in basso come se volesse evitare gli sguardi della gente, come se non volesse vedere il suo riflesso nel vetro sporco del bus.
Ho aspettato a scrivere perché non saprei affrontare quest’argomento e poi perché mi vergogno. Non ho detto o chiesto nulla, sull’autobus stracolmo delle 13,15, io non ho chiesto niente e non ho offerto aiuto. Ho solo immaginato. Anche perché cosa avrei potuto dire? E poi non era sola, era con un uomo che la redarguiva ogni volta che alzava gli occhi. Non so se fosse un compagno o un carceriere.
Era una donnina minuta. Capelli neri legati in uno chignon corposo, segno che sono molto lunghi. Gli occhi sembravano due olive nere tonde e carnose. Le labbra piccole e la pelle olivastra. Una donna come tante altre, i classici colori delle donne di Taranto.  Era vestita di nero, con una tuta e non portava la fede, ma si torturava le mani.
Non so di più, non so chi sia, ma non ho detto niente.

giovedì 5 novembre 2015

Meglio cedere un posto sul bus che far scoppiare una guerra!

Vista dall'autobus numero 3: Fermata di via Garibaldi

Buongiorno dal 3, che stamattina si è fatto attendere come fanno le persone importanti! C'è voluta mezzora di attesa prima che arrivasse... ma alla fine è arrivato con nuove ed esilaranti esperienze da #amat!
Sembra che il tema alimentare sia importantissimo, ma non è l'unico. Mentre due signore si chiedevano cosa avrebbero potuto cucinare oggi, con un ansia particolare dovuta la fatto che è giovedì: "E' giovedì capisci?? E' ancora giovedì!". Sull'autobus una signora anziana ne ha combinate di mille, a causa del fatto che: "Osce ste u sol! l'oss mie stonn buon, no teng' problem cu le reumatism!". (Oggi c'è il sole e le mie ossa ne beneficiano, non avverto i soliti problemi causati dai reumatismi!)
La signora era così contenta, ma così contenta che chiedeva a chiunque entrasse sull'autobus se si volesse sedere al posto suo, tutti la guardavano straniti, nessuno si sarebbe mai seduto al posto di una signora così anziana. Fino a quando un signore divertito ha esclamato: "questa è una novità".
Prendendo la palla al balzo un vecchietto poco lontano da loro ha iniziato a sbraitare dicendo che "i giovini di oggi sono tutti maleducati! Ci vorrebbe una guerra per insegnare loro il rispetto agli anziani e cedere il posto su u pulmmann!". Tesi discutibile, ho pensato io, ma nessuno lo ha preso in considerazione. Anche perché per l'arzilla signora era arrivato il momento di scendere e voleva dare prova a tutti di quanto fosse atletica. Così ha tentato un balzo goffo, per scendere dallo scalino, la sua borsa ha fatto una evoluzione rovinosa colpendo ai lombi il ragazzo che scendeva dopo di lei. Mentre lui, poverino, si piegava a metà dal dolore, le con fare spocchioso gli fa: "mena stuè!" (che potrebbe essere tradotto come, si figuri non credo di averle procurato tutto questo danno) e zoppicando se ne è andata...
Comunque nonostante sia giovedì, le signore hanno deciso: oggi alici spinate al gratin.

mercoledì 4 novembre 2015

Problemi culinari

La vista dall'autobus numero 3... il Castello Aragonese!

Esperienze da Amat: problemi culinari sull'autobus numero 3. Ormai è da lunedì che ogni giorno attraverso la città a bordo degli autobus tarantini per andare a lavorare. E mi sono stupita che i miei concittadini (solitamente molto creativi) non mi avessero ancora donato una esperienza da autobus...
Solo fino a stamattina!
La questione che si discute stamattina sul numero 3 è questa: la suocera della signora dietro di me "nun c'u sap proprie fa u pulpettton!" (Non è avvezza a cucinare il polpettone!).
"U fac' duuur duuur!" lamenta la signora che spiega a gran voce: "Quand u mange par ca se ston spezzn tutt l'dindt! Je già nu ne teng kiù!" (Il polpettone pare sia così duro che nel momento in cui ci si accinge a morderlo si ha la sensazione che i denti si spezzino. Problematica che tocca alquanto la signora, che ammette di non avere più denti di sua proprietà).
Ma questa esperienza dura poco. La signora "scende a Oberdàn", scende alla fermata di via Oberdan, non privandoci di perle di saggezza. Quando l'autista apre le porte, la mia attenta concittadina ci tiene a redarguire con enfasi due giovanotti che sono scesi dalle porte posteriori: "da quà avit'a scenné, dal centro se scinn, stuè!". Effettivamente come darle torto? è dal centro che si scende, non dalle porte anteriori.
Mi mancavano le mie esperienze da autobus.... mi mancava Taranto!




lunedì 2 novembre 2015

Roky Balboa

Esperienze da ‪#‎atac‬




corso di aerobica in metro A.
Un uomo, vistosamente ubriaco e con addosso una felpa modello allenamento di Rocky Balboa prima di sfidare Apollo Creed, alla fermata di San Giovanni, cerca imperterrito di salire le scale mobili nel senso contrario.
Ci prova più volte quasi come si stesse allenando, peccato che il vino abbia fatto effetto e mi chiedo riuscirà mai a salire?
Lo troverò al mio rientro, magari asciutto e tonico come un atleta? 


giovedì 22 ottobre 2015

La canzone da viaggio di un giorno uggioso




In un giorno di "allerta meteo" sprecata...
in un giorno di nuvole minacciose...
in uno dei primi giorni freddi dell'autunno...
Tutto quello che ci vorrebbe è un buon tè caldo, dolcetti che miracolosamente non fanno ingrassare, una poltrona comoda, Luigi Tenco che canta instancabilmente per ore e una grande finestra da cui guardare il gelido mondo all'esterno.
Ma la realtà è che la finestra è solo il finestrino del regionale, la poltrona è solo un sedile scomodo, il tè e dolcetti non ci sono (anche perché, diciamocelo, dolci che non fanno ingrassare non esistono)... Ma Tenco..... si lui si... è la ‪#‎canzonedaviaggio‬ romantica di una giornata uggiosa...
Buon viaggio verso casa pendolari!



mercoledì 21 ottobre 2015

Esperienze da: "Ma come ti vesti??"


Notare la felpina acetata di Piero Scamarcio


Esperienze da ‪#‎atac‬ stile "MA COME TI VESTI???":
Si sa... dopo il caldo delle scorse settimane, nessuno nello svegliarsi infreddolito stamattina aveva fatto il cambio di stagione. 
Nessuno di noi era pronto per il primo vero "calo delle temperature con Attila" (cit. ilmeteo.it).
La gente ha indossato il primo maglione che ha trovato davanti. Per qualcuno più fortunato le scelte sono state abbastanza dignitose, ad altri, invece, non è andata proprio alla grande! 
Una signora, sicuramente una turista straniera, ha sfoggiato una "splendida" giacca di tuta acetata stile "Piero Scamarcio" di Teledurazzo abinata a un pantalone rosa shocking. 
Altra problematica: le scarpe, se così si possono chiamare. 
Con 13°C, la signora indossava infradito Havaianas adatte alle calde spiagge di Ostia Lido ad agosto.
Era difficile non notarla, faceva un po' l'effetto di un animale spiaccicato in autostrada, tutti gridano "nooooo che schifo!!" ma nessuno può fare a meno di guardarlo!


venerdì 16 ottobre 2015

I'm Singing in the rain....

Esperienze da pioggia:




Taranto 16 ottobre 2015, ore 9:00. Via Dante. Sembra di essere in riva al Po in piena. 
La fermata pullula di gente, l'autobus numero 3 arriva velocissimo, frena di botto inondando tutti i viaggiatori fermi ad aspettarlo.

Dovete sapere che a Taranto, come i moltissime città italiane, la gente non ha capito che sugli autobus si entra d'avanti e dietro, mentre al centro si esce e basta. 
Così un ragazzo con l'ombrello rotto deve fare a spallate per uscire, bagnandosi tutto.
Appena riesce a mettere piede sul marciapiedi finisce in una pozzanghera.
Allora si ferma guarda in alto ed esclama "all'anima di ci t'ha stram..." (esclamazione che non tradurrò perché tanto l'avete capita tutti). 
A lui dedico la ‪#‎canzonedaviaggio‬ di oggi, ma la dedico anche a me... che sono stata accompagnata a lavoro con la macchina da papà! tié!






giovedì 15 ottobre 2015

State attenti ai gabbiani di Roma



altro che gabbiani di Corto Maltese... State attenti ai gabbiani di Roma

Esperienze romane... 
No non mi e successo sui mezzi, ma non potevo non raccontarvela. 
Sappiate che da oggi io detesto i gabbiani! 
Cominciamo dal principio. La vita dello stagista in una redazione è molto dura, dici si a qualsiasi incarico e poi te ne prendi le conseguenze. Ma io di solito non mi lamento, perché questo è il lavoro che mi piace. Ma stamattina....
È da stamattina che mi hanno messa a puntellare palazzo Chigi, il sole è forte... 

Aspetto che accada qualcosa dalle 9,00, ma ho bisogno di un caffè, non so di qualcosa da mettere sotto i denti. Così cado nel solito mi allontano o non mi allontano?
Ad un certo punto mi decido! Vado a prendere un caffè e ho ceduto ad cannolo piccolino alla ricotta... Contenta della mia dolce tentazione sono uscita dal bar, ma non sono riuscita a tirare il secondo morso al mio cannolo che un gabbiano prepotente me lo ha strappato di mano con violenza!
Ci sono rimasta male!! Spiegate a quel ladro di cannoli che io sono una stagista??? E quell'euro era speso per il mio calo di zuccheri, non per il suo... 
Roma lo sa che sto per ripartire e sta facendo l'offesa! 

giovedì 8 ottobre 2015

-343



"Questo è il mio ultimo mal di pancia... mi prenderò una vita tranquilla"...
Mai sottovalutare il potere placebo di Thom Yorke!
Ecco a voi la paturnia di questo giovedì sera: “è così vergognoso desiderare “nessun allarme e nessuna sorpresa”, come dice la canzone?”
Non so perché mi pongo queste domande. Non credo che sia per colpa delle dimissioni del sindaco Marino, nonostante la mia bacheca di Facebook ne sia infestata!
Forse perché ho molto in ballo al momento e non sono mai stata una grande ballerina, nonostante gli 11... e dico 11 anni di danza classica. Fra i bivi ho scelto sempre la strada più tortuosa. Non dico quella sbagliata, ma la più tortuosa.
Questo giovedì mi ha traumatizzata è chiaro!
È iniziato con un colloquio di lavoro allegro, che è anche andato bene, ed è finito con un consulto dall'avvocato a causa di un tipo che campa di espedienti. Le due cose non sono assolutamente legate, ma le paturnie mi sono venute lo stesso.
Per farvi capire cosa gira nella mia testa, dovrei dirvi che mancano 343 giorni al mio matrimonio. Ebbene si tra un anno sposo l'ometto più buono e bello del mondo! (Non stupitevi! Alla fine a novembre compio 30 un'altra volta)
Però...intanto... nell'attesa... nel frattempo....dobbiamo costruire il nostro futuro, come si fa con il meccano, o i lego. Non è poi così semplice eh!
Lavoro, casa, familiari, organizzare il matrimonio e soprattutto devo passare questo diavolissimo di esame di stato!
È un viaggio, una strada che abbiamo imboccato mano nella mano, come abbiamo sempre fatto negli ultimi otto anni. La meta è bella, scintillante, promettente e solo al pensarci sorrido come un'ebete. Però sulla strada ci sono un sacco di intralci!
La verità, non è quella che vi dicono le commedie romantiche! Organizzare un matrimonio non è stressante, è divertente, basta non perdere il filo e il senso. Stiamo costruendo una famiglia, la cerimonia è solo il momento in cui verrà festeggiato il nostro amore.
Il problema sono i consigli di chi ti fa sbagliare, il problema sono le persone che campano di espedienti, il problema è trovare un lavoro dignitoso, pagato in maniera giusta che ti garantisca di "Vivere" e non di campare. E al momento ho 3 lavori e tutti insieme mi permetteranno di "vivere"... o meglio di lavorare per guadagnare.
Il problema è che ho un anno per diventare autonoma e forse per imparare a guidare.
Il problema è che devo smettere di ascoltare i Radiohead e mettermi a studiare!


Canzone da viaggio:

lunedì 5 ottobre 2015

Galateo da autobus





Galateo da autobus:
 ascoltate la musica con le cuffiette?
O con quelle cuffie da quiz show che si usano ora?
Se il volume è al massimo, sappiate che state coinvolgendo coattamentete nell'ascolto almeno le 6 persone che vi sono accanto! 

Per carità potreste anche rallegrare la giornata di qualcuno, ma non è detto che la musica che ascoltate piaccia a tutti! 
Una volta mi capitò accanto una ragazza che ascoltava la Pausini, con rispetto parlando... 
Una tristezza, santa miseria.
 Per non ascoltare la sua musica ho messo le mie cuffiette... Ma la sentivo comunque! 
Ho alzato il volume e poi ancora è poi ancora fino a quando ho smesso di sentire ciò che sentiva lei! Capite bene. Non è una questione di empatia: per il resto della giornata ho canticchiato "la solitudine per me, questo silenzio senza te" e io detesto la Pausini!! 
E tu!! Si tuuu!! Diciottenne pausiniana!
Se ti rivedo ti lego con le cinture di sicurezza e ti costringo ad ascoltare i Chemical Brothers alle 7 di mattina!! Preparati!!!



mercoledì 30 settembre 2015

Profumo di caffè




Esperienze da metro:
sul trenino che da piazzale Flaminio porta a Saxa Rubra si è seduto di fronte a me un uomo. Sulle prime non ci ho badato molto, leggevo, ero molto presa dal mio libro. Ma immediatamente ho sentito il suo profumo. Un profumo di caffè appena tostato. Il profumo di un caffè buono, non una miscela scadente, profumo di ben fatto, di ricercato.
Una impressione che solo il mio amico Donato mi aveva dato fino ad oggi.
Così ho iniziato ad osservare l’uomo che profumava di caffè. Grandi mani rugose, mani di uno che ha lavorato con quelle mani tutta la vita. La camicia carta da zucchero perfettamente stirata e uno spolverino blu che scendeva composto sulle spalle dritte, le scarpe scure ben lucidate. La barba fatta, capelli corti e ben pettinati.
Ad un certo punto ha messo la mano nella grande tasca dello spolverino e ha preso il Corriere della Sera ben piegato. “Che grazia” ho pensato. Nonostante la mia devozione quasi maniacale per i quotidiani, non riesco a non sgualcirli, il loro destino è segnato a due passi dall'edicola.
Lui con eleganza ha aperto il Corriere, ha schiarito la voce e si è perso nella lettura.

 Così anche io sono ripiombata nella mia. 
Chissà se Donato diventerà così?

Certe volte si resta insieme per sempre





Fotografia di Margherita Maiorino


Esperienze da ‪#‎atac‬
certe volte si resta insieme per sempre, certe volte ci si prende cura l'uno dell'altro per sempre. 
Non è una storia, ma un viaggio che non ci appartiene, è il loro. 
Ci piace pensare che sia un viaggio lunghissimo e premuroso, che abbia attraversato tempo ed eventi e ne sia uscito incolume. 
Ci piace immaginare che si siano incontrati proprio qui a Roma nella Metropolitana, nel dopoguerra, quando tutto era promesso.
Sono stati fidanzati fino a quando lui non ha trovato un impiego solido e le ha chiesto di sposarlo.
Il viaggio di nozze probabilmente lo hanno fatto a Venezia. Sono partiti in due e quando sono tornati attendevano di diventare tre.
Lei per essere una brava mamma avrà lasciato il suo lavoro, o forse no, se lo è tenuto.
Fatto sta che stanno ancora insieme.
Quindi, senza molte parole, lo raccontiamo così.... Con una foto di Margherita Maiorino Photography 


la nostra canzone da viaggio :



domenica 27 settembre 2015

La vera cozza Tarantina



Il sacro mitile: la Cozza tarantina



Esperienze da ‪#‎treno‬: le cozze tarantine mi mancavano!
E no, non sto parlando dei sacri mitili, ma delle donnine educate alla tarantina.
La famosa "cozza" si riconosce:

1. dell'abbigliamento, indossa comunque i tacchi, anche quando non deve, riesce a trovare perfino le infradito con la zeppa. I suoi abiti sono aderenti al punto che c'è una risacca tra la fine della maglia e la cinta del pantalone. 
2. È tutta truccata, come se dovesse andare ad un matrimonio, ma i capelli sporchi. Soprattutto ha lo smalto rosso consumato sia sulle punte che sulle cuticole.
3. Quando parla al telefono regola la voce a seconda della distanza della persona, più è lontana più grida.
4. Mastica la gomma e con la bocca aperta.
5. Chiama tutti "amò".


La signora nel mio vagone che rumina una big bubbles alla fragola dalla stazione di Bari ne è un esempio encomiabile. Ha raggiunto un punteggio di 5 su 5!

Indossa un piumino e si sventola forte con un ventaglio.
A Roma di "cozze" tarantine non ne trovi, trovi le burine, ma non è la stessa cosa. Quelle sono costruite, la vera cozza è verace, pane al pane vino al vino!!! Ah finalmente!!! 

giovedì 24 settembre 2015

Donna triste + vetrine scintallenti = acquisto compulsivo


Sola e abbandonata alla stazione Termini


Esperienze da #atac: io detesto accompagnare in stazione e salutare, preferisco essere accompagnata! Partire vuol dire iniziare un'avventura, mentre chi resta soffre il distacco... 
I ricordi ti attanagliano... devi tornare a casa da sola, piena di pensieri.
Ma nell'era del precariato tantissime ragazze come me salutano i loro amori alla stazione Termini a Roma.
Con il cuore triste scendono a prendere la metro per rincasare, passando in mezzo a tutti quei negozi... Mmmm...

Donna triste+negozio = acquisto compulsivo...

Dramma dramma drammissimo dramma!!!
Non va bene ragazze non va bene!

Io me la sono cavata con un mascara in offerta a 3,90€... Praticamente irrinunciabile... 
Ma non va bene!
Voglio saper di chi è stata l'idea di mettere i negozi alla stazione Termini!! 

Brutto approfittatore speculatore!! Eh chi è????

martedì 22 settembre 2015

L'accoglienza fa bene


Per paura perdiamo molte occasioni preziose, questa storia ci insegna come evitarlo.
Un punto di vista diverso che sconvolge, con la sua semplicità, i luoghi comuni, per un domani senza paura! 
Aiutiamo a diffondere questa idea, basta condividere il video!
Se siete interessati potete seguire la pagina  facebook.com/accoglienzafabene e scoprire la campagna  "L'accoglienza fa bene" su www.laccoglienzafabene.org e twitter.com/accoglienzapiam

Fidatevi: l'accoglienza fa bene 


domenica 20 settembre 2015

Esperienze da Pedone... ecco perché non guido



Esperienze da pedoni: via Dante, Taranto, ore 15,30. Strada quasi vuota. 
Un auto ferma al semaforo. Una Fiesta rossa sta arrivando portando con se urla e strepiti.
 "T'ho detto che non c'è bisogno di tutta questa distanza di sicurezza lo vuoi capire deficiente!!!!" urla una donna. 
Allora la Fiesta si avvicina pianissimo alla macchina ferma.
 "O mio Dio fermati ora lo tamponiamo!!! vuoi capire la distanza di sicurezza???" continua a urlare la donna come se stesse in punto di morte. 
"Ziiiiiii così mi fai agitare!" grida il ragazzo al volante.
Io nonostante il semaforo favorevole evito di attraversare... non si sa mai, aspetto che vadano via.
Intanto il semaforo diventa verde. "QUANDO PENSI DI PARTIREEE!" urla la donna.
Il ragazzo in preda al panico fa spegnere la macchina e la zia grida "con che marcia parti cretino! sbrigati che ora ci tamponano!"
"Ziiiiii non mi devi fare agitare" urla il ragazzo in una via Dante vuota alla controra. 

"Scendi!" fa lei "ora ti faccio vedere come si fa"... così mesto lui scende e lascia la guida alla zia.
Povero diciottenne ovunque tu sia hai la mia vicinanza e comprensione!

 Capito perché non guido anche se ho la patente? 
Ora non me lo chiedete più!


Sabato 19 settembre 2015





È stata una giornata strana sabato 19 settembre.
Non so perché mi sono svegliata alle 7,40 e alle 10,28 avevo già fatto tantissime cose.
Più tardi ho suonato l'ukulele, non lo facevo da tanti mesi. Forse un anno.
Ho cucinato.
Sono riuscita a prendere l'autobus numero 3 al volo.
Ho pranzato con Elena e Caterina, come non facevo da anni.
Ho tagliato i capelli e mi sono fatta fare la frangia. Mi hanno stirato i capelli, solo che io non lo facevo da 6 mesi, non so più vedermi con i capelli lisci.
Sono rimasta intrappolata nell'ascensore per 15 minuti con la mia vicina di casa, fra il primo piano e il piano terra.
Ho scoperto che l'allarme del mio ascensore suona a intervalli non regolari e spesso suona a vuoto.
Sono riuscita a uscire dall'ascensore.
La sera tutti hanno voluto esprimersi sul mio taglio di capelli, c'è chi ha detto che sto bene e chi invece ha voluto dirmi che la mia frangia non gli piaceva. Io non avevo chiesto il parere a nessuno.
Ho avuto la notizia di due morti improvvise senza un perché se non il destino.
La prima è una donna che, ogni giorno scendendo dal treno, invece di imboccare il sottopassaggio come fanno tutti, aveva l'uso di attraversare i binari. Lo faceva da anni. Qualche giorno fa ha attraversato i binari, come suo solito, ma si deve essere trattenuta un po' prima di farlo, perché è passato un treno. Lei è caduta, si è rialzata ed è morta.
Il protagonista della seconda storia è un uomo. Stava potando un albero, è caduto, si è rialzato, è morto.
Rincasando ho fatto 6 rampe di scale a piedi, con i tacchi, perché l'ascensore era ancora rotto fra il primo piano e il piano terra.
Quando è calata la notte ho riflettuto.
Ho avuto paura della morte.

Non sono riuscita ad addormentarmi.

mercoledì 16 settembre 2015

Assisi e il vecchio alla fermata

Disegno di Caterina Sangregorio

Una coppia italiana va in vacanza a Gerusalemme. Purtroppo la moglie tutto d'un tratto si ammala, si aggrava e muore. Il marito è stravolto ed è confuso. All'obitorio gli chiedono se volesse seppellire sua moglie a Gerusalemme o se preferisse riportare la salma a casa. Ma l'uomo è confuso e gli viene consigliato di dormici su e tornare la mattina dopo. L'indomani il marito torna all'obitorio di Gerusalemme e gli viene riposto il quesito. Così convinto l'uomo risponde: «No guardate preferisco riportare mia moglie in Italia, perché stanotte ho letto su un libro di uno che qui è morto e dopo 3 giorni è resuscitato. Capite non si sa mai!».
La barzelletta me l'ha raccontata un anziano omino, il classico vecchietto con la pelle rugosa e una bella pancia d'esperienza, corredato di panama bianco e bastone di legno per camminare, che passa le sue giornate seduto alla fermata all'ombra di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.
Lui sta lì seduto tutto il giorno a dare indicazioni ai turisti, anche perché gli orari affissi alla fermata non sono comprensibili. Si diletta a far ridere gli scout con barzellette sconvenienti, e a prender in giro gli stranieri, tutti i giorni lì perché quello, a suo parere, è il punto più fresco e ventilato di Assisi. E ha ragione perché la basilica gli fa ombra tutto il giorno e il gradino su cui si siede è sempre gelido.
Non potevo non raccontarvi di quest'ometto, come non potevo non raccontarvi dei paesaggi e orizzonti infiniti dell'Umbria.
Siamo partiti da Nocera Umbra e siamo arrivati ad Assisi attraverso i sentieri di montagna e l'ospitalità della gente che ci ha accompagnato per tutta la strada.
Ho preso pochi mezzi di trasporto e i mie piedi hanno camminato tanto, 65 chilometri. Ma se vi capitasse di camminare sulla mia stessa strada e vi venisse voglia di anguria, potreste mettervi a stonare una canzone sotto il balcone di una signora che abita sul parchetto di Nocera Umbra. È troppo educata e così per tapparvi la bocca vi darà da mangiare. Bevete dalle fontane di Nocera, l'acqua è fredda e buonissima, limpida e pure. Resta fredda per ore e ore.
A Gualdo Tadino salutatemi Riccardo, operatore del CAI, e la sua vecchissima mamma che nonostante l'età e nonostante cammini piegata a 75 gradi, raccoglie ancora i pomodori e gli asparagi del suo orto.

Gualdo Tadino


Abbracciate la signora che vive in eremitaggio a Colle Mincio. Dove non c'è nulla, sul cucuzzolo delle montagne, lei sarà pronta a darvi tutto quello che ha e anche di più.
Emozionatevi al tramonto che si vede da Morano Osteria, avrete gli occhi ubriachi di bellezza e il naso estasiato dal profumo della lavanda,

Morano Osteria


Una volta arrivati ad Assisi andate nella casa di riposo e date una mano ad Alessandra e ai suoi arzilli vecchietti canterini. Ascoltatela e passate un po' di tempo con lei ne vale la pena.
Salite su all'eremo delle carceri e perdetevi nel bosco, vi sembrerà di vivere fra i fraticelli di Francesco.

Assisi



Per il resto fate il solito giro, ma mi raccomando, fermatevi a parlare con tutti i frati che abbiano voglia di farlo vi racconteranno San Francesco, vi racconteranno di loro stessi e vi racconteranno di voi, ma soprattutto vi sveleranno un segreto con cui io oggi vi saluto... 
“Anche Gesù faceva la pipì!” ma non lo dite a nessuno.....