venerdì 4 luglio 2014

Esperienze da autobus sostiene Italo! Prendiamolo questo treno!!



Firenze- Ogni giorno come formiche nelle stazioni ci affolliamo a prendere il treno, per partire per mete di vacanza lontane esotiche, grandi città, o anche solo per andare a lavorare. Un gesto ormai normalissimo. Biglietto, cartello delle partenze, scendiamo le scale del sottopassaggio, binario, treno sedile, e vai si parte.
Ognuno con le sue gambe. Ma vi siete mai chiesti se vi trovaste su una sedia a rotelle?
Ci lamentiamo di disservizi, ritardi. Quante volte ho detto o ho sentito dire «Io odio prendere il treno!». «Io, la Carrozza, i vagoni e l’amore. Sono single per colpa degli autobus: politici, aiutatemi!! 
#vorreiprendereiltreno». Il messaggio nelle rete è stato inviato da Iacopo Melio, un giovane disabile, attraverso il suo blog e sui social network.
Tutto ha avuto inizio con l’ex ministro Mariachiara Carrozza  che un giorno ha cinguettato : «Buongiorno, oggi di ritorno da Roma con un treno magnifico partito alle sei #ioprendoiltreno». Così in risposta Iacopo crea l’Hashtag #vorreiprendereiltreno. «È stato naturale ribattere al tweet della Carrozza per me che ogni giorno incontro barriere architettoniche ovunque e spesso non trovo mezzi di trasporto attrezzati – ha raccontato - Ho lanciato la provocazione dell’amore, per suscitare una riflessione generale, senza voler essere polemico». E infatti diventa subito un successo. Milioni di sostenitori iniziano a cinguettare #vorreiprendereiltreno.
Ora l’idea è di fare un video da pubblicare su Youtube, per raccontare le difficoltà del ventiduenne di Firenze, che non riesce a muoversi con i mezzi pubblici. Le barriere architettoniche per prendere treni e autobus sono diventate la problematica del giorno, superando nella ricerca su google  il discorso di Renzi in Europa.
Iacopo ha ormai superato i 10 mila follower, fra le ultime adesioni quella di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, dell’europarlamentare David Sassoli.
Ma il messaggio è andato oltre la rete, sbarcando su tv e quotidiani. Oggi sul blog di Iacopo si legge: «Cari politici, se non volete sforzarvi di immaginare cosa significhi dover chiamare ogni santa volta una stazione ferroviaria per sapere se il treno sarà attrezzato con una pedana; se non riuscite a comprendere il disagio di aspettare una, due, tre fermate in più sperando che il bus successivo sia finalmente quello agibile; cercate almeno di capire quanto sia triste essere single» per colpa delle occasioni che un disabile perde frequentando poco i mezzi pubblici: «Le stazioni sono posti meravigliosi, carichi di amore: abbandonato, conteso, regalato, straziato, ritrovato».
 Ci sono momenti, gesti, suggestioni ed emozioni normali, che viviamo quotidianamente con naturalezza. L’ansia di partire, la voglia di tornare, le farfalle nello stomaco per un nuovo amore. Emozioni ed esperienze che dovrebbero essere normali per tutti e che da domani si spera che lo siano.

Come diceva Kapuscinski: «Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro  anche dopo che ci siamo fermati».

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