Ognuno
sale sul bus a modo suo, ma in tutti questi anni ho notato delle
tipologie di salita ben precise. Ci sono quelli che salgono sul bus
guardinghi, come se non si fidassero degli altri passeggeri, ci sono
i frettolosi, che non possono aspettare di far scendere gli altri, ci
sono i cani da tartufo, loro lo sanno, sanno già dalla fermata che
c'è un posto a sedere libero e sanno anche che è il loro, non
importa se ci sono vecchiette, bambini, disabili o donne in cinta,
quel posto è il loro.
Poi
ci sono gli anziani che ripetono “piano piano, piano piano” e non
si sa se stanno parlando con se stessi, se cercano di motivare le
ginocchia a fare lo sforzo della salita, se parlano con l'autista, che
ovviamente non li sente, o con gli altri passeggeri, si attaccano
alla portella e si sollevano con forza. Gli entusiasti, invece terminano lo sforzo della salita con un “oplà!”.
I polemici esordiscono sempre con un "finalmente!".
Ci sono gli
educati che salutano... ma se siete di questa categoria non esagerate
con la simpatia. Per esempio, in via Garibaldi, ogni mattina sale un
uomo che saluta ad alta voce gridando “buonasera!”, non si sa se
lo faccia perché pensa di essere simpatico, perché è pazzo o
perché ha problemi legati al jet lag. Ovviamente viene sempre ignorato.
Diverso
è quando si scende.
Ci
sono quelli ansiosi, che non possono perdere la fermata, ti chiedono
mille volte “scendi?”, oppure non te lo chiedono e cercano di
sorpassarti presi dalle convulsioni.
Ci sono quelli lentissimi,
quelli che urlano “fermata!” quando basterebbe schiacciare il
pulsante di prenotazione.
Poi ci sono gli atleti, che fanno salti da
gara di ginnica scendendo dal bus.
Ovviamente ci sono gli anziani che
dicono “piano piano, piano piano”, e non si sa se stanno parlando
con se stessi, se cercano di motivare le ginocchia a fare lo sforzo
della discesa, se parlano con l'autista, che non li sente mai,
o con gli altri passeggeri in cerca di un aiuto, si attaccano alla portella e si buttano
giù verso il marciapiedi come si fa dagli scogli quando si va a
mare.
Stamattina sul mio autobus c'era una
signora attaccata al palo vicino alla porta di discesa centrale,
sembrava appiccicata come una cozza al palo. Ostruiva il passaggio
con le sue borse. Ogni fermata qualcuno le domandava: “scende?” e
lei rispondeva sempre “si”. Il problema è che non si sa a che
fermata sarebbe scesa, restava lì senza far passare nessuno e la
gente era costretta a scavalcarla come poteva. Lei restava lì impassibile.
In effetti il suo
“si” non era sbagliato, prima o poi sarà scesa, certo non
poteva rimanere sul bus....Chissà a che fermata.
Ad ogni modo, oggi sempre e comunque I
<3 Amat!
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