Io viaggio per trovare storie. Una volta in un post scrissi “prendo il treno perché è meglio di guardare la televisione”. Mi piace raccontare storie che vedo solo io. Di politica, sport e spettacolo, scrivano i distratti… quelli troppo impegnati a fare altro, quelli che vanno di fretta e per arrivare preferiscono “guidare”. A me piace guardare il mondo e leggere le persone.
lunedì 30 novembre 2015
I canovacci non sono più quelli di una volta
Esperienze da #amat:
Stamattina l'autobus numero 3 sembra un po' stordito, sarà il lunedì che fa questo effetto.
Fatto sta che sono tutti troppo silenziosi.
Niente che destasse l'attenzione, fino a che la signora seduta al mio fianco ha tirato fuori dalla sua enorme borsa un oggetto rettangolare pazientemente avvolto in un canovaccio, o fazzoletto.
Insomma era chiaramente una pezza ricavata dalle rimanenze di una tovaglia.
La mia fantasia è tornata indietro all'infanzia: mia nonna in quei canovacci ci avvolgeva le prelibatezze più assurde che poi mangiavamo tutto insieme. Parmigiane, paste al forno, riso patate e cozze, focacce... ahhh quanti ricordi si nascondevano avvolti in quei canovacci. E il profumo? Vogliamo parlare del profumo? Si giocava ad indovinare quale leccornia fosse celata. Mi mancano quei canovacci e i loro profumi... forse mi manca mia nonna!
Così ho pensato... Sarà una focaccia, il contenuto era troppo piccolo per essere altro. Ma non si sentivano profumi, troppi pochi indizi per poter indovinare.
Poi finalmente lo ha srotolato e ne è uscito solo un tablet. Che delusione!
venerdì 20 novembre 2015
Da chi meno te lo aspetti
Esperienze educate da #Amat:
Può accadere che su un autobus ci sia una bella ragazza.
Quella che è capitata oggi sull'autobus numero 3 è veramente deliziosa, molto giovane, con grandi... enormi occhi neri e ciglia lunghe, capelli lisci e scuri legati in una coda. Bella e fine, avvolta nel suo maglioncino nero.
Tutti l'hanno vista, ma il ragazzino vicino alla porta del bus sembra incantato.
Arriva la fermata della ragazza e lei si avvicina all'uscita. Lui sembra incredulo e non si sposta per farla passare, allora lei con voce soave gli urla:"Me t'ha levà?! C'aghi'a restà a qua? ng**** a sort!" (potresti cortesemente spostarti.Cosa pretendi che resti qui? il resto non lo traduco!) e con una spallata scende, facendo risvegliare il ragazzetto dal suo sogno d'amore! I <3 Amat!!!
venerdì 6 novembre 2015
I particolari che ti svegliano dal torpore del viaggio
Certe volte a bordo di un bus sei sovrappensiero e altre
invece c’è un particolare, un viso, un gesto, una frase, che ti desta dal
torpore del viaggio e ti porta ad ascoltare, a cercare di capire, a sbrogliare
la matassa.
Oggi il mio torpore non è stato interrotto da nulla di
strano, divertente o buffo come al solito. Oggi il mio torpore è stato
interrotto da un occhio nero e un bernoccolo viola. Se fosse stato un uomo,
avrei pensato a una rissa, se fosse stato un personaggio buffo, avrei pensato a
una caduta rocambolesca, ma chi indossava l’occhio nero e portava in giro il
bernoccolo non appartenevano queste categorie. Era una donna.
Se fosse stata sfrontata, avesse sorriso o interagito con
gli altri, avrei pensato che magari non era così grave. Ma la sua testa era
girata verso il finestrino e i suoi occhi guardavano in basso come se volesse evitare
gli sguardi della gente, come se non volesse vedere il suo riflesso nel vetro
sporco del bus.
Ho aspettato a scrivere perché non saprei affrontare quest’argomento
e poi perché mi vergogno. Non ho detto o chiesto nulla, sull’autobus stracolmo
delle 13,15, io non ho chiesto niente e non ho offerto aiuto. Ho solo
immaginato. Anche perché cosa avrei potuto dire? E poi non era sola, era con un
uomo che la redarguiva ogni volta che alzava gli occhi. Non so se fosse un
compagno o un carceriere.
Era una donnina minuta. Capelli neri legati in uno chignon
corposo, segno che sono molto lunghi. Gli occhi sembravano due olive nere tonde
e carnose. Le labbra piccole e la pelle olivastra. Una donna come tante altre,
i classici colori delle donne di Taranto.
Era vestita di nero, con una tuta e non portava la fede, ma si torturava
le mani.
Non so di più, non so chi sia, ma non ho detto niente.
giovedì 5 novembre 2015
Meglio cedere un posto sul bus che far scoppiare una guerra!
Vista dall'autobus numero 3: Fermata di via Garibaldi |
Buongiorno dal 3, che stamattina si è fatto attendere come fanno le persone importanti! C'è voluta mezzora di attesa prima che arrivasse... ma alla fine è arrivato con nuove ed esilaranti esperienze da #amat!
Sembra che il tema alimentare sia importantissimo, ma non è l'unico. Mentre due signore si chiedevano cosa avrebbero potuto cucinare oggi, con un ansia particolare dovuta la fatto che è giovedì: "E' giovedì capisci?? E' ancora giovedì!". Sull'autobus una signora anziana ne ha combinate di mille, a causa del fatto che: "Osce ste u sol! l'oss mie stonn buon, no teng' problem cu le reumatism!". (Oggi c'è il sole e le mie ossa ne beneficiano, non avverto i soliti problemi causati dai reumatismi!)
La signora era così contenta, ma così contenta che chiedeva a chiunque entrasse sull'autobus se si volesse sedere al posto suo, tutti la guardavano straniti, nessuno si sarebbe mai seduto al posto di una signora così anziana. Fino a quando un signore divertito ha esclamato: "questa è una novità".
Prendendo la palla al balzo un vecchietto poco lontano da loro ha iniziato a sbraitare dicendo che "i giovini di oggi sono tutti maleducati! Ci vorrebbe una guerra per insegnare loro il rispetto agli anziani e cedere il posto su u pulmmann!". Tesi discutibile, ho pensato io, ma nessuno lo ha preso in considerazione. Anche perché per l'arzilla signora era arrivato il momento di scendere e voleva dare prova a tutti di quanto fosse atletica. Così ha tentato un balzo goffo, per scendere dallo scalino, la sua borsa ha fatto una evoluzione rovinosa colpendo ai lombi il ragazzo che scendeva dopo di lei. Mentre lui, poverino, si piegava a metà dal dolore, le con fare spocchioso gli fa: "mena stuè!" (che potrebbe essere tradotto come, si figuri non credo di averle procurato tutto questo danno) e zoppicando se ne è andata...
Comunque nonostante sia giovedì, le signore hanno deciso: oggi alici spinate al gratin.
mercoledì 4 novembre 2015
Problemi culinari
La vista dall'autobus numero 3... il Castello Aragonese! |
Esperienze
da Amat: problemi culinari sull'autobus numero 3. Ormai è da lunedì
che ogni giorno attraverso la città a bordo degli autobus tarantini
per andare a lavorare. E mi sono stupita che i miei concittadini
(solitamente molto creativi) non mi avessero ancora donato una
esperienza da autobus...
Solo fino a stamattina!
La questione che si discute stamattina sul numero 3 è questa: la suocera della signora dietro di me "nun c'u sap proprie fa u pulpettton!" (Non è avvezza a cucinare il polpettone!).
"U fac' duuur duuur!" lamenta la signora che spiega a gran voce: "Quand u mange par ca se ston spezzn tutt l'dindt! Je già nu ne teng kiù!" (Il polpettone pare sia così duro che nel momento in cui ci si accinge a morderlo si ha la sensazione che i denti si spezzino. Problematica che tocca alquanto la signora, che ammette di non avere più denti di sua proprietà).
Ma questa esperienza dura poco. La signora "scende a Oberdàn", scende alla fermata di via Oberdan, non privandoci di perle di saggezza. Quando l'autista apre le porte, la mia attenta concittadina ci tiene a redarguire con enfasi due giovanotti che sono scesi dalle porte posteriori: "da quà avit'a scenné, dal centro se scinn, stuè!". Effettivamente come darle torto? è dal centro che si scende, non dalle porte anteriori.
Mi mancavano le mie esperienze da autobus.... mi mancava Taranto!
Solo fino a stamattina!
La questione che si discute stamattina sul numero 3 è questa: la suocera della signora dietro di me "nun c'u sap proprie fa u pulpettton!" (Non è avvezza a cucinare il polpettone!).
"U fac' duuur duuur!" lamenta la signora che spiega a gran voce: "Quand u mange par ca se ston spezzn tutt l'dindt! Je già nu ne teng kiù!" (Il polpettone pare sia così duro che nel momento in cui ci si accinge a morderlo si ha la sensazione che i denti si spezzino. Problematica che tocca alquanto la signora, che ammette di non avere più denti di sua proprietà).
Ma questa esperienza dura poco. La signora "scende a Oberdàn", scende alla fermata di via Oberdan, non privandoci di perle di saggezza. Quando l'autista apre le porte, la mia attenta concittadina ci tiene a redarguire con enfasi due giovanotti che sono scesi dalle porte posteriori: "da quà avit'a scenné, dal centro se scinn, stuè!". Effettivamente come darle torto? è dal centro che si scende, non dalle porte anteriori.
Mi mancavano le mie esperienze da autobus.... mi mancava Taranto!
lunedì 2 novembre 2015
Roky Balboa
Esperienze da #atac:
corso di aerobica in metro A.
Un uomo, vistosamente ubriaco e con addosso una felpa modello allenamento di Rocky Balboa prima di sfidare Apollo Creed, alla fermata di San Giovanni, cerca imperterrito di salire le scale mobili nel senso contrario.
Ci prova più volte quasi come si stesse allenando, peccato che il vino abbia fatto effetto e mi chiedo riuscirà mai a salire?
Lo troverò al mio rientro, magari asciutto e tonico come un atleta?
corso di aerobica in metro A.
Un uomo, vistosamente ubriaco e con addosso una felpa modello allenamento di Rocky Balboa prima di sfidare Apollo Creed, alla fermata di San Giovanni, cerca imperterrito di salire le scale mobili nel senso contrario.
Ci prova più volte quasi come si stesse allenando, peccato che il vino abbia fatto effetto e mi chiedo riuscirà mai a salire?
Lo troverò al mio rientro, magari asciutto e tonico come un atleta?
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