Esperienze
Io viaggio per trovare storie. Una volta in un post scrissi “prendo il treno perché è meglio di guardare la televisione”. Mi piace raccontare storie che vedo solo io. Di politica, sport e spettacolo, scrivano i distratti… quelli troppo impegnati a fare altro, quelli che vanno di fretta e per arrivare preferiscono “guidare”. A me piace guardare il mondo e leggere le persone.
martedì 10 maggio 2016
Sotto Cataldo che il pane è caldo
"Sotto Cataldo che il pane è caldo" mi diceva sempre mia nonna rimboccandomi le coperte, poi le ficcava sotto il materasso lasciandomi stretta stretta inebriata dal profumo delle sue lenzuola bianche.
Non penso che sia un detto tarantino, mia nonna non era di Taranto e non l'ho mai sentito dire a nessun altro che non fosse lei...
Fino a stamattina.
Sull'autobus numero 3 alcune signore giocano ai detti popolari e ovviamente il tema è San Cataldo patrono della città. Ovviamente perché oggi è San Cataldo.
Il detto più scontato è "San catavt se ne vè u frid arriv u cavt " (a San Cataldo termina il freddo ed entra il caldo) una sorta di solstizio d'estate alla tarantina.
Ognuna dice il suo fino a che una voce anziana dice "Noo si dice sotto catavt che u pan è cavt!" Mi sono affacciata per vedere da chi arrivasse il proverbio... Ma chiaramente non poteva essere lei.
Oggi, nostalgicamente e cataldianamente io amo l'amat!
mercoledì 9 marzo 2016
Madame Bijoux
Madame Bijoux, disegno preso dal film Titanic |
Esperienze da #Amat: avreste dovuto vederla, ma non potevo fotografarla.
Basco bianco con le perline ricamate, orecchini neri pendenti e vistosi, rossetto porpora, cappotto di panno verde smeraldo diecimila anelli, bracciali, orologio bianco e oro di una nota casa di moda francese, pantalone nero, snikers dorate e 81 anni all'anagrafe!
L'autobus numero 21 non si è fermato e le ne voleva vendetta!
È stato così che ha attaccato bottone. Si è lasciata aiutare a salire sul 3, non si è voluta sedere "tanto devo apprestarmi a scendere in un secondo" ha detto. Il suo profumo era buono e le sono rimasta vicino. "Mi ricordi me da ragazza, io mi sono divertita, divertiti anche tu!" E poi è scesa! Ho guardato il mio riflesso nello specchio e ho pensato:"chissà come sarò io a 81 anni, avrò finalmente imparato a guidare o mi toccherà di prendere ancora io bus?"
Comunque una cosa è sicura, mi divertirò!
mercoledì 2 marzo 2016
Esperienze da Amat: la gente di Taranto ti prende a cuore.
Hai un problema?Non sai a che fermata scendere per andare dove devi andare? Devi comperare il biglietto sul bus ma non hai spicci? Chiedi a noi, siamo concreti e pronti.Lo ammetto, sono 2 giorni che faccio tardi e non ho ancora rinnovato l'abbonamento, ieri ho fatto il biglietto al volo, stamattina dovevo farlo sul bus ma avevo solo la banconota da 10€. Nessun problema, c'era chi pronto mi ha aiutata cambiandomi i soldi... 10€ in monete da 1 e io ora ho la borsa che pesa 6 chili!
Se poi chiedete informazioni noi siamo bravissimi, ognuno ha la sua scorciatoia. Per una fermata si apre un dibattito che anima tutto il bus! Magari saltate la fermata, ma noi ci divertiamo tantissimo con la toponomastica!
Oggi, sempre e per sempre I love Amat
venerdì 5 febbraio 2016
-223 le camere da letto, il corso prematrimoniale e il viaggio
Io ho capito che era l'uomo della mia vita un giorno sull'autobus a
Roma, non mi chiedete perché. Era venuto a trovarmi quando lavoravo
lì. Non avevamo fatto i turisti quel giorno, eravamo andati a fare
la spesa, mano nella mano. Una volta tornati a casa abbiamo sistemato
tutto, cucinato insieme, pranzato e poi siamo usciti. Non c'erano posti sul
bus, solo un sedile, lui si è seduto e mi ha fatto sedere sulle sue
gambe con tranquillità, è stato naturale come sempre nella nostra storia.
Stavamo già insieme da quasi 7 anni. Avevamo già fatto la spesa
insieme, sistemato le cose, cucinato e pranzato, avevamo preso già
mille autobus insieme. Ma quel giorno capì che era la persona con
cui avrei voluto continuare a fare la spesa, sistemare casa,
cucinare, pranzare, prendere autobus.
Non è una cosa scontata, io a Roma sola ci stavo bene da sola, facevo la spesa per me, viziavo me.
Non è una cosa scontata, io a Roma sola ci stavo bene da sola, facevo la spesa per me, viziavo me.
Perché ve lo dico? Perché ieri, al corso prematrimoniale ci è
stato chiesto, ma io non ho risposto, così ho pensato di
ricordarmelo.
Serve ricordarselo quando entri nel loop dei preparativi!
Lo giuro se vedo un'altra camera da letto vomito! Non ce la faccio
più a scegliere armadi, letti, comodini e comò. Mobili tutti
uguali, frassino bianco, olmo scuro, noce o wengé?? Perché si
scrive wengé non venghé!
A me il frassino bianco fa schifo. Così come tutti quei comodini a
forma di cubo con i cassetti senza maniglia! Ma dico io la fantasia
non esiste più???
Comò tutti uguali, cambiano solo in base al cassetto arrotondato o
no. Costi spropositati per così poca fantasia e materiali così
scadenti.
Spero di trovare presto i mobili per la mia camera perché non ce la
faccio più!
L'unica cosa che mi consola è che siamo noi, sempre noi due mano
nella mano che affrontiamo il mondo.
Intanto ho avuto l'imprinting con un letto... mi è capitato di
vederlo nel negozio era morbido e allettante, ho sentito la necessità
fisica di togliermi le scarpe, sdraiarmi, mettermi in posizione
fetale, coprirmi con un caldo piumino e dormire. Ovviamente non l'ho
fatto, ma da allora non faccio che pensare a lui!
Intanto il viaggio di nozze è prenotato, mancano solo 226 a Bali e
223 al “finché morte non ci separi” con l'amore della mia vita.
Dimmi come sali o scendi dal bus e ti dirò chi sei!
Ognuno
sale sul bus a modo suo, ma in tutti questi anni ho notato delle
tipologie di salita ben precise. Ci sono quelli che salgono sul bus
guardinghi, come se non si fidassero degli altri passeggeri, ci sono
i frettolosi, che non possono aspettare di far scendere gli altri, ci
sono i cani da tartufo, loro lo sanno, sanno già dalla fermata che
c'è un posto a sedere libero e sanno anche che è il loro, non
importa se ci sono vecchiette, bambini, disabili o donne in cinta,
quel posto è il loro.
Poi
ci sono gli anziani che ripetono “piano piano, piano piano” e non
si sa se stanno parlando con se stessi, se cercano di motivare le
ginocchia a fare lo sforzo della salita, se parlano con l'autista, che
ovviamente non li sente, o con gli altri passeggeri, si attaccano
alla portella e si sollevano con forza. Gli entusiasti, invece terminano lo sforzo della salita con un “oplà!”.
I polemici esordiscono sempre con un "finalmente!".
Ci sono gli
educati che salutano... ma se siete di questa categoria non esagerate
con la simpatia. Per esempio, in via Garibaldi, ogni mattina sale un
uomo che saluta ad alta voce gridando “buonasera!”, non si sa se
lo faccia perché pensa di essere simpatico, perché è pazzo o
perché ha problemi legati al jet lag. Ovviamente viene sempre ignorato.
Diverso
è quando si scende.
Ci
sono quelli ansiosi, che non possono perdere la fermata, ti chiedono
mille volte “scendi?”, oppure non te lo chiedono e cercano di
sorpassarti presi dalle convulsioni.
Ci sono quelli lentissimi,
quelli che urlano “fermata!” quando basterebbe schiacciare il
pulsante di prenotazione.
Poi ci sono gli atleti, che fanno salti da
gara di ginnica scendendo dal bus.
Ovviamente ci sono gli anziani che
dicono “piano piano, piano piano”, e non si sa se stanno parlando
con se stessi, se cercano di motivare le ginocchia a fare lo sforzo
della discesa, se parlano con l'autista, che non li sente mai,
o con gli altri passeggeri in cerca di un aiuto, si attaccano alla portella e si buttano
giù verso il marciapiedi come si fa dagli scogli quando si va a
mare.
Stamattina sul mio autobus c'era una
signora attaccata al palo vicino alla porta di discesa centrale,
sembrava appiccicata come una cozza al palo. Ostruiva il passaggio
con le sue borse. Ogni fermata qualcuno le domandava: “scende?” e
lei rispondeva sempre “si”. Il problema è che non si sa a che
fermata sarebbe scesa, restava lì senza far passare nessuno e la
gente era costretta a scavalcarla come poteva. Lei restava lì impassibile.
In effetti il suo
“si” non era sbagliato, prima o poi sarà scesa, certo non
poteva rimanere sul bus....Chissà a che fermata.
Ad ogni modo, oggi sempre e comunque I
<3 Amat!
martedì 2 febbraio 2016
Noi Tarantini sul bus
Esperienze da #Amat:
Oggi sull'autobus numero 3 c'è una calca pazzesca. Ma noi passeggeri sappiamo fare di un mal comune mezzo gaudio. Così ci si imbatte in un dibattito stile Nord-Sud: dei vecchietti hanno i nipotini al nord, quasi tutti in Lombardia, ognuno si vanta della sua progenie, ognuno ne decanta le gesta. Fino a che qualcuno non dice "ehhh ma al nord è diverso". Così si finisce nella solita triste considerazione, per loro siamo solo terroni! "Però là lavoriamo, mica come qua!" Esclama una signora fingendo un accento meneghino. "Mia figlia ha ragione -ribatte la vicina- i tarantini (escludendosi dal discorso) non fanno mai niente per cambiare", "mamma mia signora hai ragione, i tarantini sono tutti uguali". Ognuno con la sua considerazione, ognuna negativa, nessuno ha utilizzato il "noi". Ad un certo punto, non si sa perché, un uomo anziano con il berretto di lana inizia a proclamare una poesia sui pescatori di Taranto zittendo la folla in rivolta (non la conosco e non sono riuscita ad appuntarmela, se qualcuno la conoscesse è pregato di passarmela). Ma viene beatamente ignorato. Le "nonne a distanza" iniziano una ad una a scendere dal bus: "mi raccomando stai su!", "ehi bella fatti forza", "ehi non demordere" si fanno forza l'una con l'altra.
Eh viaggiatori che volete noi tarantini siamo così! Oggi, sempre e comunque "I <3 Taranto"Ta
martedì 26 gennaio 2016
Un fine settimana particolare
É iniziato tutto qualche tempo fa con
la solita frase che ritorna ogni anno: “Chi viene a Dovadola?”
succede sempre così e il 23 gennaio una squadra parte alla volta
delle montagne Casentinesi per andare a trovare un'amica e una rosa
bianca.
Dovadola è un piccolissimo paesino di
montagna in provincia di Forlì e per me e pochi altri andare a
trovare Benedetta è come andare a trovare una parente che vive lontano che si
deve incontrare almeno ogni tanto, perché poi quel paesino, con la
sua gente sorridente, con la sua natura incontaminata, con la sua
minuscola abazia ti manca.
Non starò qui a raccontarvi chi sia
Benedetta, ne di Dovadola e tanto meno del viaggio.
Vi basti sapere che dovevamo essere 7 e
invece siamo rimasti in 5. Che a Firenze non dovevamo per nulla
andarci e invece ho mangiato il panino con il lampredotto alla
cacciatora più buono del mondo e che sono tornata a casa tardissimo
domenica sera, che ero stanchissima, che ieri non capivo ancora
nulla, ma mi sento ancora piena e felice.
Taranto …. Firenze.... Modena (per
sbaglio)... Dovadola... Firenze e poi Taranto...
E visto che sono i particolari che fanno il viaggio, eccovi i miei particolari.
Una cosa importante però l'ho imparata:
Se non puoi essere un pino sul monte,da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-57900>
sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina
sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero,
sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra
sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole,
sii una stella.
Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.
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